La gitana ( quegli occhi)

Al penultimo giorno di permanenza
in terra portoghese,
una nuova guida ci ha preso in consegna
sostituendo quella,
piacevole e gentile,
di Filipe.
Lei, una giovane donna,
ha esordito dicendo
che il suo compito
sarebbe stato molto arduo in quanto,
appunto,sostituiva Filipe,
impareggiabile e gentile guida.
Ma lei,
la sua persona,
che ricordava una gitana,
colorito scuro,
capelli lunghi e neri,
corpo flessuoso,
occhi bruni e ridenti,
ha attratto la mia attenzione
in modo particolare tanto
che le dissi:
ora ti scatto una foto
allo scopo di catturare
l’espressione dei tuoi occhi
perché quelli
me li voglio portare con me,
in Italia.
Lei mi ha guardato e sorriso,
consenziente.
A casa,
dopo giorni,
ho scaricato nel computer
tutte le foto
scattate in viaggio
ed ho isolato gli occhi,
solo gli occhi della gitana
che ho poi “montato”
su una foto
della piazza del Commercio di Lisbona
e su di una foto di
una marina di Cascais.
Soddisfatto,
mi sono gustato
i “montaggi” ammirandoli lungamente.
Ancora però,
non capivo
il perché quella ragazza
e i suoi occhi
mi colpivano tanto.
Questa mattina,
all’alba,
ho capito:
ma si,
mi ricordano Assunta,
la gitana della mia adolescenza,
quella di Via Chiarosi,
al cospetto della quale
cadevo in uno stato confusionale e
“nulla osavo”
mentre lei,
matura più di me,
anche se della mia stessa età,
mi si donava
scevra da alcun pudore
ed io l’amavo,
l’amavo teneramente…
ma solo nel sogno,
solo nel sogno.
Ninoelle