Umbria (Italia)

Pazzo d’amore

Per sua grazia i ciechi videro, i sordi udirono,
i muti parlarono …
furono risanati i lebbrosi, liberati gl’indemoniati,
resuscitati i morti …
Ma la cosa fantastica fu che amò,
amò e amò ancora con gran letizia
i patimenti, le ingiurie, la fame …
I liberi uccelli e i profumati e variopinti fiori,
sorella acqua e frate vento,
il fuoco e frate sole,
la madre terra che tutto e tutti genera e che ci riaccoglierà
e sorella luna la cui immagine spesso
si rispecchiara nel pozzo
con il volto di colei che per lui
veniva solo dopo Dio e il firmamento:
la dolce Chiara.
Giovane uomo,
dopo aver combattuto senza gloria in Collestrada
i bellicosi perugini, nelle segrete del vincitore,
si rese conto che l’unico re da servire era il Messia.
il vero re dei re.
Così abbandono, senza rimpianti, ricchezze e agi
che il ricco Bennardone gli aveva sempre assicurato.
A nulla valsero catene e derisioni,
la povertà fu il suo blasone e compagni i lebbrosi derelitti.
Poi, una notte rischiarata da torce come per un incendio,
in Santa Maria Degli Angeli, alla presenza di Leone,
Masseo, Ruffino ed altri, condusse, sposa a Cristo,
Chiara cui recise tutti i lunghi e bioni capelli.

ninoelle